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L'Arbouna
Narbona di Castelmagno |
L'Arbouna - Narbona
Il toponimo
deriva probabilmente dal termine occitano "Arbou" (albero)
italianizzato in "Narbona". |
Nel 1719 contava una ventina di famiglie;
nel 1848 raggiunse l'apice con 154 abitanti; in seguito, come per tanti
altri paesi montani, andò spopolandosi e il declino accelerò
in concomitanza delle due guerre mondiali e le profonde trasformazioni
economiche e sociali del Novecento. Nel 1951 gli abitanti di Narbona erano 76 e ad affrontare il terribile inverno del '59/60 rimasero solo cinque famiglie, le quali, vista l'impossibilità di far fronte allo sgombero neve dai sentieri in così pochi, decisero di abbandonarla definitivamente. Attualmente solo un paio di case e la chiesa si sono salvate, ma solamente quest'ultima è visitabile in sicurezza. Molti edifici sono ridotti a ruderi o rovine pericolanti ed è quindi sconsigliato aggirarsi nella frazione. |
La
Guiza d'la Madona d'la Néou de l'Arbouna
La Chiesa della Madonna della Neve di Narbona |
Non si hanno dati certi o documenti a
testimonianza di quando fu edificata la chiesetta dedicata alla "Madonna
della Neve di Narbona". Nel suo storico libro, datato 1894, don Bernardino Galaverna racconta che, secondo i registri ecclesiastici, già nell'anno 1683 nella borgata vivevano stanzialmente ben nove famiglie, di conseguenza è ragionevole che la chiesa fosse presente in loco almeno fin dalla metà del 1600. I primi dati certi al suo riguardo risalgono al 1698; in un documento presente negli archivi storici di Castelmagno, risultano nominati Magno Arneodo e Lorenzo Arneodo quali Massari della sacra cappella di Narbona. Sempre dai registri ecclesiastici si apprende che nel 1893 la cappella fu oggetto di consistenti lavori di restauro e di opere decorative. Nel 1931, come dimostra la data incisa sul trave portante riportata alla luce durante i recenti lavori di manutenzione, alla cappella in questione venne aggiunto il porticato antistante. |
Un altro cospicuo intervento su di essa
venne eseguito nel 1933 grazie alla manodopera prestata dagli abitanti
della borgata. Si giunge così all'anno 1962: L'Arbouna viene abbandonata definitivamente, smettono di tornarci a passare qualche mese nella bella stagione estiva le ultime famiglie. Così anche per la chiesetta inizia la triste usanza delle razzie, del decadimento strutturale dovuto all'incuria e al passare del tempo. Nel 2013 la svolta, molte travi del tetto oramai marcite hanno ceduto e il peso delle "laouse" minaccia di far crollare a breve il soffitto a botte della chiesa... nell'autunno del 2014 un gruppo di volontari si mette al lavoro inizia così il salvataggio dell'edificio. |
In questi ultimi anni di Narbona hanno
parlato e scritto in tanti, purtroppo, sulla medesima borgata sono anche
dette e scritte parecchie stupidaggini e inesattezze, per questo motivo
ci permettiamo di proporvi la lettura di questo bellissimo libro di Renato
Lombardo, frutto di quarant'anni di preziosa e meticolosa ricerca storica. |
IL LIBRO: 526 pagine corredate da più di 300 foto a colori. Chi scrive un libro di memorie scrive per permettere di ricordare dopo la fine di ogni ricordo, per dare visibilità a tanti vissuti silenziosi e concedere la rivincita di una racconto alle vittime di troppi cattivi destini. Quando ti inoltri in un luogo deserto per raggiungere un paese che non c'è più e del quale sono visibili soltanto le macerie è indispensabile che tu conosca la vastità dell'invisibile che soggiace sotto quel poco che vedi. Devi sapere quello che lì è stato quando quel mondo era ancora abitato. Soltanto così, illuminato dalla conoscenza e sorretto dai dettati della memoria, il tuo viaggio ti condurrà alla scoperta della difficile bellezza di quel luogo abbandonato. Vale per Narbona come per le mille borgate delle nostre montagne disertate dall'uomo. Raccontare la storia di un borgo è
raccontare la storia di quanti lì sono vissuti. |
Per contattarci: castelmagno.oc@gmail.com
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