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La croce occitana

Gli storici ci diranno come e perchè ciò sia avvenuto, ma un dato è certo:
oggi è del tutto normale parlare di Valli Occitane, comprenderle in una
comunità linguistica e culturale che raggiunge i Pirenei e l’Atlantico,
identificarle con un simbolo ed una bandiera caratterizzata dalla presenza
di una croce che genericamente si usa definire "croce occitana"


Chiamata comunemente croce di Tolosa, croce del Languedoc, croce Catara o croce Occitana, appare ufficialmente nel 1211 sul sigillo della Contea di Tolosa. La più antica croce giunta sino a noi è comunque quella che orna la chiave di volta della prima navata della cattedrale di Saint Etienne a Tolosa, datata appunto 1211.
La sua origine, così come la sua datazione è discussa, in ogni caso comunque anteriore all’epopea catara.
Nel 990 Guillame Taillefer (conte di Tolosa dal 951 al 1037) sposa Emma, figlia ed ereditiera di Roubaud, conte di Provenza, che gli porta in dote alcune contee.
Nelle terre provenzali occupate dal conte, i suoi vassalli avrebbero adottato per primi la croce come simbolo da imprimere sulle armi.
La tradizione locale vuole invece che essa sia stata portata dal Conte Raimondo IV di Saint Gilles al ritorno dalla sua prima crociata in Terra Santa nel 1099, anche se un atto datato 1088 ne proverebbe l’uso ancor prima della spedizione:
ma c’è più fascino a credere a una leggenda che ad un arido atto giuridico…..
La rassomiglianza più sorprendente bisogna cercarla nei capitelli del chiostro di Santa Maria del l’Estany nella Catalonia.

Questa croce sembra materializzare l’itinerario dei visigoti dalle rive del mar Nero a Tolosa, per i Balcani, l’Italia, la Spagna .Essa era utilizzata come simbolo de questo popolo cristiano, ma ariano, ed è questo ricordo che le steli elicoidali del Lauragais (in Languedoc) avrebbero conservato. E’ questo che ci avvicina all’epopea catara, che bisogna sempre legare alla storia visigota della regione.
La croce occitana ricorda una ruota solare, simbolo del movimento apparente dell’astro nel cielo.
E’ costruita su numeri cabalistici tre o quattro, perfetti sia nella cultura cristiana che in quella pagana:
croci di questo tipo sono presenti in India, in Cina, ne esistono di simili in Catalonia e nell’Italia del Nord. Le sue quattro braccia rappresentano i punti cardinali, come nelle croci celtiche, oppure le stagioni, e le dodici piccole sfere le case dello zodiaco o i 12 apostoli.
Risulta storicamente poco verosimile che i Catari abbiano portato qualsiasi tipo di croce; in effetti essi erano contrari a tutti i simbolismi, per non adorare un’immagine al posto del
Dio Vero
.
Allo stesso modo, nessuna chiesa poteva diventare, nella loro credenza, un luogo santo. Solo il raccoglimento interiore poteva pretendere di essere una preghiera.

Fin dai tempi piú antichi la croce occitana è simbolo perfettamente costruito e compreso dell’universalismo del popolo occitano, ben espresso in quel periodo storico dai Conti di Tolosa. Questa croce giunta a noi dai tempi antichi e carica di simboli, è associata da lungo tempo all’originalità della nostra cultura.
Fondata su una reale identità comune, essa è oggi, in tutta l’Occitania (val d’Aran compresa) il segno distintivo del paese d’òc in seno all’Europa e allo spazio mediterraneo che afferma una identità propria, una cultura comune.
Diventata segno distintivo di città quali Tolosa e Narbonne, delle Regioni Languedoc-Rousillon e Midi-Pyrénées, impressa nel granito della piazza del Capitole a Tolosa è usata inoltre dai club sportivi, da numerose imprese regionali. Sono stati creati dei gioelli ispirati dalla sua forma originale ed equilibrata.

Nelle nostre valli questo simbolo è diventato oggi di uso comune.



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