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Un'esemplare fallimento...!

Correva l'anno 1956 quando a Prazzo i residenti sistemarono due antenne televisive in quota per ricevere il segnale che portava nelle loro case volti e notizie dal mondo, nelle osterie Lascia o Raddoppia e i piccini dal parroco per vedere la TV dei ragazzi e solo quella.
Linee aere su pali e apparati privati continuarono a essere mantenuti fino all'85, tutto pagato con una quota per famiglia, un antico modo di risolvere i problemi nelle comunità alpine: far da se.

Poi la Comunità Montana si fece carico del tutto, questo fino a poco fa, ora quel segnale che altrove è stato sostituito dal digitale terrestre, da noi è sparito e con le antiche soluzioni autarchiche non riusciremmo più a intercettarlo.
Sui giornali leggo dichiarazioni rassicuranti e prese di posizione da parte di tutti i rappresentanti delle istituzioni regionali che garantiscono che presto tutto sarà risolto, bene, ma intanto il segnale non c'è e non si sa quando arriverà.
Il passaggio al digitale non è stata una azione di commando fatta nottetempo da guastatori sconosciuti, era stata programmata da tempo, allora perché nessuno si è preoccupato di capire cosa sarebbe capitato quassù?


Se è così che procede la programmazione degli interventi per le Alte Terre non credete che sia in discussione la credibilità dei rappresentanti istituzionali che della questione montana dovrebbero occuparsene?
Se sono stati colti alla sprovvista dal passaggio al digitale, se non riescono a farci arrivare il segnale televisivo come pensano di risolvere problemi ben più gravi delle montagne del Piemonte?
Acqua, gestione risorse locali, servizi, attese dei giovani, rappresentatività istituzionale, viabilità, imprenditoria montana, gestione della fauna (lupo compreso) e del territorio e questo solo per elencare alcuni temi, tutti sicuramente più complessi della copertura del territorio con un segnale televisivo.
La sua mancanza non vi sembra che riassuma in modo esemplare il fallimento di un approccio alla questione montana che va radicalmente rivisto, cominciando col dare alle comunità alpine rappresentatività nei luoghi in cui si decide.
Così non può durare, non credete? Qualcuno ha da proporre una diversa chiave di lettura al riguardo?


Mariano Allocco
Presidio Alpino Prazzo\Valle Maira

Novembre 2009


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