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Campomolino
- Narbona - Campomolino
Itinerario per escursionisti Esperti Tempo di percorrenza: ore 1,30 (solo andata) |
Arbouna - Narbona Anno 2021 |
L'itinerario inizia poco prima del ponte di Campomolino, sulla destra *palina* si imbocca il Viol de L'Arvinca, un panoramico sentiero caratterizzato da ben 50 tornanti (Arvinques in occitano) che, in 15 minuti di cammino, conduce al punto panoramico Lou Bel Veire d'la Cuanha e dopo altri 15 minuti al Piloun d'la Reina o Pilone di Narbona posto su uno sperone roccioso a strapiombo sulla sottostante borgata da cui si è poco prima partiti. A questo punto risulteranno percorsi 900 mt. lineari e 110 mt. di dislivello. Lasciato alle spalle il pilone votivo e la vallata che porta al noto Santuario di S. Magno, ci si addentra nel vallone di Narbona. Costantemente deliziati da una splendida visuale sul rio sottostante e sormontati dalla lunga parete rocciosa della misteriosa Rocca Bercha, lo si percorre a mezza costa attraversando una lunga serie di ripidissimi ruscelli fino a raggiungere la località I Tech, praticamente l'unico posto leggermente pianeggiante dell'intero vallone. In questo punto il sentiero si congiunge con quello che costeggia il rio Narbona proveniente da Campomolino. *palina* Poco oltre si attraversa il Coumbal de Coubeltrand e dopo pochi passi si giunge ai ruderi della località Moulinét. A questo punto il sentiero diventa più ripido e in circa una decina di minuti raggiunge le prime case abbandonate di Narbona (1500 mt). *palina* Proprio all'inizio della borgata troverete l'unico edificio rimasto in piedi e visitabile all'interno: la chiesetta intitolata alla Madonna della Neve. Per quanto riguarda il ritorno, se non si vuole percorrere a ritroso l'intero percorso, ricordiamo che nei pressi dei casolari del Tech, il sentiero presenta una diramazione, *palina* imboccando la via alla vostra destra potrete raggiungere Campomolino attraverso il tracciato che fiancheggia il Bial de l'Arbouna (rio Narbona) caratterizzato dai suoi bellissimi Toumpi (pozze) scavati nella roccia dallo scorrere dell'acqua nel corso dei millenni. |
Lou Bel Veire d'la Couanha |
Lou Piloun d'la Reina - Pilone di Narbona |
La Bercha |
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Nel 1719 contava una ventina di famiglie; nel 1848 raggiunse l'apice con 154 abitanti; in seguito, come per tanti altri paesi montani, andò spopolandosi e il declino accelerò in concomitanza delle due guerre mondiali e le profonde trasformazioni economiche e sociali del Novecento. Nel 1951 gli abitanti di Narbona erano 76 e ad affrontare il terribile inverno del '59/60 rimasero solo cinque famiglie, le quali, vista l'impossibilità di far fronte allo sgombero neve dai sentieri in così pochi, decisero di abbandonarla definitivamente. Attualmente solo un paio di case e la chiesa si sono salvate, ma solamente quest'ultima è visitabile in sicurezza. Molti edifici sono ridotti a ruderi o rovine pericolanti ed è quindi sconsigliato aggirarsi nella frazione. |
La
Guiza d'la Madona d'la Néou de l'Arbouna
La Chiesa della Madonna della Neve di Narbona |
Non si hanno dati certi o documenti a testimonianza di quando fu edificata la chiesetta dedicata alla "Madonna della Neve di Narbona". Nel suo storico libro, datato 1894, don Bernardino Galaverna racconta che, secondo i registri ecclesiastici, già nell'anno 1683 nella borgata vivevano stanzialmente ben nove famiglie, di conseguenza è ragionevole che la chiesa fosse presente in loco almeno fin dalla metà del 1600. I primi dati certi al suo riguardo risalgono al 1698; in un documento presente negli archivi storici di Castelmagno, risultano nominati Magno Arneodo e Lorenzo Arneodo quali Massari della sacra cappella di Narbona. Sempre dai registri ecclesiastici si apprende che nel 1893 la cappella fu oggetto di consistenti lavori di restauro e di opere decorative. Nel 1931, come dimostra la data incisa sul trave portante riportata alla luce durante i recenti lavori di manutenzione, alla cappella in questione venne aggiunto il porticato antistante. |
Un altro cospicuo intervento su di essa venne eseguito nel 1933 grazie alla manodopera prestata dagli abitanti della borgata. Si giunge così all'anno 1962: L'Arbouna viene abbandonata definitivamente, smettono di tornarci a passare qualche mese nella bella stagione estiva le ultime famiglie. Così anche per la chiesetta inizia la triste usanza delle razzie, del decadimento strutturale dovuto all'incuria e al passare del tempo. Nel 2013 la svolta, molte travi del tetto oramai marcite hanno ceduto e il peso delle "laouse" minaccia di far crollare a breve il soffitto a botte della chiesa... nell'autunno del 2014 un gruppo di volontari si mette al lavoro inizia così il salvataggio dell'edificio. |
In questi ultimi anni di Narbona hanno
parlato e scritto in tanti, purtroppo, sulla medesima borgata sono anche
dette e scritte parecchie stupidaggini e inesattezze, per questo motivo
ci permettiamo di proporvi la lettura di questo bellissimo libro di Renato
Lombardo, frutto di quarant'anni di preziosa e meticolosa ricerca storica. |
IL LIBRO: 526 pagine corredate da più di 300 foto a colori. Chi scrive un libro di memorie scrive per permettere di ricordare dopo la fine di ogni ricordo, per dare visibilità a tanti vissuti silenziosi e concedere la rivincita di una racconto alle vittime di troppi cattivi destini. Quando ti inoltri in un luogo deserto per raggiungere un paese che non c'è più e del quale sono visibili soltanto le macerie è indispensabile che tu conosca la vastità dell'invisibile che soggiace sotto quel poco che vedi. Devi sapere quello che lì è stato quando quel mondo era ancora abitato. Soltanto così, illuminato dalla conoscenza e sorretto dai dettati della memoria, il tuo viaggio ti condurrà alla scoperta della difficile bellezza di quel luogo abbandonato. Vale per Narbona come per le mille borgate delle nostre montagne disertate dall'uomo. Raccontare la storia di un borgo è
raccontare la storia di quanti lì sono vissuti. |
Per contattarci: castelmagno.oc@gmail.com
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