Castelmagno,
il mio paese.
Pensando a Gianni Dematteis è il primo pensiero che ci
viene in mente, perché questo, innanzi tutto, era il verbo
delluomo che ha tracciato la storia del nostro paese negli
ultimi cinquant'anni.
Tutta la sua opera, tutto il suo impegno e tutta la sua passione,
Gianni lha dedicata a Castelmagno e ai castelmagnesi.
Inconfondibile la sua azione di amministratore, ma soprattutto
la sua umanità, la sua capacità di essere con noi,
con tutti noi, senza distinzione.
Il quinto potere la stampa gli dava la possibilità
di trovare onori e gloria in centri ben
più importanti, con opportunità ben diverse.
Gianni ha scelto Castelmagno.
A Chiappi trovò la donna della sua vita e con Rina si sposò
nel 1958, ma la scelta di legarsi a noi, fino ad affermare ripetutamente
che Castelmagno era il suo paese, è stata la dimostrazione
dellamore più profondo, una scelta per sempre,
indissolubile.
Castelmagno e Gianni Dematteis saranno per sempre uniti. Tutto
quassù parla di lui.
Non cè angolo, sentiero, pascolo, opera pubblica
che non ci ricorda il suo impegno, la sua dedizione.
Arrivò a Castelmagno, lui giovanissimo attivista del
PCI, nei primi anni 50, per aiutare i compagni della
sezione del partito.
I primi contatti li ebbe con Lou Vent,
segretario della piccola ma battagliera sezione locale, dal quale
trasse i primi insegnamenti sulla vita di chi popolava la montagna
povera.
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Chiappi era ed è il paese più alto della nostra provincia
e la durezza dei suoi abitanti rappresentò un incontro fondamentale
nel cammino
del giovane cuneese di origine contadine.
La battaglia politica allora era durissima e Gianni Dematteis non disdegnava
lo scontro. Sostenne con tutte le sue forze i pochi ma battaglieri comunisti
del paese.
Nel 1954, scompare "Lou Vent" al quale fu riservato
un funerale civile, con il divieto impartito dalle autorità di
proferire alcuna parola
in memoria della figura dello scomparso, nellarea del camposanto.
Gianni con i pochi compagni presenti fu costretto a leggere il discorso
in ricordo dello scomparso sotto le mura di cinta del Santuario.
Per anni, nonostante le difficoltà, continuò ad interessarsi
del paese e con le elezioni comunali del 1960 a novembre entrò
in consiglio con una lista
di minoranza.
Il municipio allora era tutto in due stanze sotto losteria della
Posta e la saletta dove si svolgevano i consigli era talmente piccola
che, alla prima riunione, dovette accomodarsi su una sedia sul balcone
perché non vi era posto per tutti.
Erano gli anni in cui alla carica di Sindaco erano stati, prima Batistin
Einaudi di Campomolino e poi Giacou Martino di Colletto;
lattività amministrativa non era certo il massimo per un
giovane come Demattesis intenzionato a dare una svolta al paese.
Ogni sua proposta veniva respinta solo per via della contrapposizione
politica. La maggioranza era tutta democristiana e in paese non si muoveva
foglia senza che ci fosse il consenso del clero o del partito.
Nel 1965 Gianni tentò di costruire una lista vincente, ovviamente
sotto un simbolo anonimo, ma il blocco conservatore che ancora resisteva,
lo relegò di nuovo allopposizione.
Dopo i fatti di Ungheria, Dematteis con molti altri, scelse la via del
Socialismo Democratico e si iscrisse al PSI di Nenni.
Erano gli anni del primo centro sinistra in Italia e anche da noi il
clima politico stava cambiando. Il contributo che Gianni poteva dare
al paese
iniziava ad essere tollerato e fu così che nel 1968, Dematteis
scriveva allallora ministro socialista dei lavori pubblici Giacomo
Mancini, per segnalare che non un centimetro quadro di vie comunali
era asfaltato.
Infatti lasfalto finiva subito dopo Pradleves. La risposta fu
solerte e così, pur dai banchi della minoranza, il suo contributo
a migliorare e cambiare
il paese non smise piu.
Nel 1970,
con una lista di dodici castelmagnesi, sotto il simbolo della
stella alpina e dello scarpone, vinse le elezioni comunali e
divenne Sindaco. I festeggiamenti durarono un paio di
giorni.
Il paese aveva bisogno di tutto: dallo sgombero neve, agli
acquedotti, dalle opere di assistenza agli anziani, alle strade
e alla luce. Lentusiasmo che riuscì a costruire
attorno a se fu enorme.
Usando sapientemente il contributo della carta stampata, di
cui era maestro, portò agli onori della cronaca il nostro
piccolo paese con tutti i suoi problemi e poco per volta iniziò
a programmare seriamente tutte quelle opere di cui oggi andiamo
fieri.
Erano gli anni dellisolamento invernale, perché
nonostante gli sforzi, il problema delle valanghe era veramente
difficile da superare.
Gli inverni erano ricchi e copiosi di neve e le frazioni oltre
Campomolino spesso restavano in attesa dello sgombero neve per
settimane.
Il dramma delle valanghe lo ricordano le due lapidi sotto il
primo paravalanghe della strada per Chiappi.
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Ma nonostante le enormi difficoltà e con laiuto di molti
giovani di cui era stato capace di attorniarsi, non si tirò mai
indietro, non si lasciò mai sopraffare dallo sconforto.
Chi non ricorda quegli anni in cui a piedi dietro lo spartineve raggiungeva
finalmente Chiappi, magari in compagnia del Prefetto?
Chi non ricorda i suoi proclami provocatori, tanto da offrire Narbona
come paese per il soggiorno obbligato dei mafiosi? Chi non ricorda la
costruzione del bosco Epoca? Le lotte per dotare ogni frazione di un
telefono pubblico?
" Dovessi fare lelenco completo di ciò che avevamo
bisogno, ne avrei per pagine...
Si fa prima a dire che cosa avevamo: niente! "
Questo lo angosciava, ma le ridottissime risorse comunali non permettevano
neanche di contrarre mutui. Gli introiti degli alpeggi comunali erano
fermi a poche decine di migliaia di lire e altre entrate non cerano.
Gianni doveva dare una svolta al sistema amministrativo comunale.
Così nel 1972, sfruttando la neonata legge sullobiezione
di coscienza, riesce, primo comune in Italia, ad ottenere i
primi Obiettori
di coscienza
in servizio civile: una scelta azzeccatissima che darà
a Castelmagno una collaborazione (nonostante questo servizio
non esista più) perdurante
ancora oggi.
Nei cinque anni di impegno della sua prima legislatura da Sindaco,
imbastì molte delle opere che vennero poi realizzate
nei successivi mandati.
Intanto iniziava ad operare la Regione; con buoni e frequenti
rapporti con gli amministratori socialisti e una solida amicizia
personale con gli
Onorevoli Carlotto della D.C. e il Senatore Cipellini P.S.I.
gli consentirono di aprire i primi varchi nella difficile e
complessa macchina burocratica.
Nel 1975 sempre alla testa della lista Stella Alpina e scarpone,
Gianni Dematteis stravince le elezioni comunali e la Regione
cambia governo, da Centro Sinistra a Sinistra e alla sua guida
viene chiamato Aldo Viglione.
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Gianni con il Presidente Viglione
aveva un rapporto preferenziale, questi lo definiva il grido
della montagna e non gli faceva mancare gli aiuti per le opere
pubbliche attese da anni. Finalmente arrivarono i paravalanghe, gli
acquedotti, il nuovo municipio e, allinizio degli anni '80,
la luce dellEnel.
Già nel 1971 si era tentato di dare una soluzione al problema
dellenergia elettrica.
Tutti ricorderanno la cosiddetta operazione Mezzenile
e cioè lacquisto a prezzo simbolico dallEnel di
una centralina idroelettrica in disuso nella lontana valle di Lanzo.
Limpianto venne montato a Chiotti e funzionò solo per
lilluminazione a causa della scarsa potenza.
Quante battaglie, quanti sacrifici sopportati dai castelmagnesi
per cercare di dare alla popolazione di Castelmagno quel minimo per
essere considerati parte di un paese civile.
Di queste lotte, Gianni era sempre lanima, il promotore e
lorganizzatore. In paese non si muoveva nulla senza che ne fosse
coinvolto
in prima persona.
Nel 1980 ovviamente rivince le elezioni e prosegue la sua battaglia
per realizzazione quanto ancora mancava. Viene inaugurato il nuovo
Municipio di cui Gianni è stato veramente lartefice,
per averlo voluto a tutti i costi.
La dignità di un paese diceva sempre si misura anche
dallaccoglienza della sua casa, e finalmente Castelmagno
aveva una casa Comunale degna di tal nome.
Coinvolse tutti, nellarredare i locali e volle trascrivere su
di una semplice pergamena tutti i nomi di coloro che con tanta generosità
avevano contribuito. Per gli arredi infatti non si dovette spendere
una lira, vennero tutti acquistati con i contributi dei castelmagnesi
e dei suoi amici di ogni dove.
Grazie al suo enorme
impegno nel 1982 il Formaggio Castelmagno approda all'ambito riconoscimento
nazionale D.O.C. (Successivamente nel 1996 a quello europeo D.O.P).
Nel 1985 viene nuovamente rieletto sindaco, ma molto stanco, un anno
dopo lascia la carica di primo cittadino a Beppe Garnerone mantenendo
la carica di consigliere comunale fino al 1990. In questi anni si
dedica di più allaspetto sociale, sempre fermo e presente
con i suoi preziosi consigli e la sua esperienza.
Con una solenne cerimonia intitolata:Per il Sindaco
scomodo missionario in salita, il 4 Ottobre 1986 salutammo
Gianni Dematteis come Sindaco uscente, ad essa parteciparono il Presidente
della Regione Piemonte Viglione, il Prefetto di Cuneo e tutti i suoi
amici.
Da quel momento in poi dedicherà
incessantemente tutto il suo tempo libero alla "Vous de Chastelmanh"
e al Centro Occitano di Cultura "Detto Dalmastro"
fino al 07 Gennaio del 2007, giorno in cui, le conseguenze di un terribile
ictus lo portarono al decesso.
L'ultimo saluto gli fu dato da una
folla impressionante durante una cerimonia laica davanti al "suo"
Municipio di Castelmagno, al termine della quale, un nutrito gruppo
di suonatori di musica occitana capitanato da Sergio Berardo intonò
in suo onore l'inno occitano Se Chanto da lui tanto amato.
A cura di Beppe Garnerone e Ezio
Donadio
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