CAPITOLO 4

CONCLUSIONI

Il caso de Lou Dalfin si inserisce a pieno titolo in quel fenomeno oggi molto diffuso che possiamo chiamare la "reinvenzione della tradizione".
I primi decenni dell'ultimo dopoguerra sono stati caratterizzati dall'esodo dalle campagne verso le città e da un processo di delegittimazione del sapere tradizionale che ne faceva presagire una rapida scomparsa.
Oggi, invece, assistiamo ad una vera e propria insorgenza della tradizione, un fenomeno culturale di vaste proporzioni. Il contadino che aveva ricercato nella città la cultura della modernità, la partecipazione attiva ad una supposta egemonia urbana, si trova oggi orfano di ambedue: è sempre più difficile trovare persone che si riconoscano in quella che, fino a poco tempo fa, veniva chiamata la classe operaia .
Questo porta alla rinascita di certe tradizioni, vengono riproposte cerimonie che traggono ispirazione da feste tradizionali, sono riaffermate appartenenze comunitarie e particolarismi locali, nascono musei contadini per iniziativa spontanea di singoli o gruppi .
Paradossalmente proprio il depauperamento demografico e culturale della comunità rurale e la disgregazione del ciclo calendariale, rendono oggi più agevole e viva la ripresa della tradizione consentendo infatti di riappropriarsi con maggior libertà degli elementi rituali simbolici e tradizionali, di apprezzarli e reinterpretarli al di fuori della costrizione di un universo comunitario più ristretto .
La società di oggi si presenta strutturalmente complessa e può essere vista come un sistema di formazioni sociali differenti ma compresenti ed interrelate fra le quali si muovono gli individui: un secolo fa vivere in città o vivere in campagna, essere cittadini oppure contadini, valeva a stabilire categoricamente l'appartenenza a due formazioni sociali diverse.
Oggi, al contrario, gli individui si spostano facilmente e con frequenza crescente fra le formazioni sociali. Ricerche empiriche hanno dimostrato che la riproposta di feste legate al mondo rurale non è opera di famiglie rimaste chiuse verso l'esterno ma di persone che "pendolano" fra il paese di origine ed altri contesti sociali, culturali ed economici. La festa diventa allora un momento di ricostruzione della comunità contadina e i linguaggi della tradizione vengono recuperati in funzione di una comunità nuova, più mobile e diversificata .
Questa attività creativa e organizzativa è essa stessa popolare: non è il frutto di decisioni centralizzate e di progetti colti ma si tratta di un fenomeno diffuso sul territorio che è il prodotto dell'iniziativa di molte persone, gruppi e associazioni, talora enti locali e che implica un intenso impegno di lavoro volontario . La riscoperta delle specificità etniche, delle culture regionali, delle tradizioni locali, può essere letta anche come fenomeno di alterità, quale risposta a quei processi di omologazione e di globalizzazione che dovrebbero razionalizzare e organizzare il futuro del pianeta. L'individuo che vive questa complessità avverte una sorta di spaesamento e sente il bisogno di ricercare le proprie radici .
Lou Dalfin, tramite la musica, ha giocato un ruolo importante nella riscoperta della cultura occitana, una cultura antica e patrimonio di molti ma che fino a poco tempo fa era conosciuta solo da una minoranza di persone. Ha popolarizzato la musica tradizionale facendola rivivere nell'attualità e l'ha così resa fruibile ad un pubblico vasto. Ha destato nella gente delle valli l'idea di appartenenza forte a una terra, a una cultura: le radici sono entrate nella consapevolezza di tutto un territorio.
Lou Dalfin ha guardato al passato per capire il presente e vivere il futuro senza mai dimenticare, in un tempo che vorrebbe tutti omologati su standard coloniali, la ricchezza delle proprie specificità. Diceva Paul Veyne: "Una tradizione è veramente morta quando la si difende invece di inventarla" ; Lou Dalfin è un prezioso esempio di invenzione della tradizione e dimostra quanto sia importante non fermarsi a contemplare il passato come un'età dell'oro, ormai perduta, da rimpiangere ma cercare con gli strumenti del presente le forze e le energie per rendere vive e attuali la musica e la cultura occitane.